Roma, 15 ottobre 2008. Rischio rissa ieri durante l'attesa assemblea dei giornalisti di Repubblica sullo stato della trattativa per il rinnovo del contratto dei giornalisti. Dopo la bocciatura del Corriere della Sera, quella di Stampa Romana, che ha chiesto l'immediata convocazione della Consulta nazionale dei Cdr e la forte preoccupazione lanciata dai comitati di redazioni lombardi e da Stampa Democratica, un'altra tegola si è abbattuta ieri sul segretario della Fnsi Franco Siddi. Il no di fatto della redazione di Repubblica, che ha bocciato l'attuale piattaforma discussa finora dalla Federazione al tavolo con gli editori. La tensione era già nell'aria prima dall'assemblea. Tanto che, per la prima volta nella storia del giornale diretto da Ezio Mauro, Siddi si era premurato di far presidiare l'assemblea praticamente da tutta la giunta federeale. E perfino nelle redazioni locali. A Milano, infatti, si era presentato in qualità di emissario il vice segretario aggiunto Guido Besana, senza nemmeno avvisare il membro del Comitato di redazione Andrea Montanari. Cosa che ha irritato non poco la redazione, che, non a caso, ha fatto parlare Montanari a nome di tutti nel corso dell'assemblea: "Tutti vogliamo un nuovo contratto - ha spiegato il Cdr milanese di Repubblica - ma non vogliamo firmare un contratto con la pistola alla tempia. Gli scatti sono l'unica difesa dell'autonomia e della libertà soprattutto dei giovani colleghi. Li hanno anche i magistrati che fanno un lavoro delicato e che difendiamo tutti i giorni".
Perché scoppiasse il finimondo è bastato che il segretario della Fnsi toccasse i temi della multimedialità ("Non accetterò mai che l'introduzione sia solo volontaria"), quello della licenziabilità dei vice direttori ("Si potrebbe discutere magari correggendo la quota relativa alle tredici mensilità di risarcimento") e quello degli scatti di anzianità ("Ben tre ministri anche di sinistra ci hanno detto che sono insostenibili. Tra la richiesto degli editori di toglierli tutti e tenerne qualcuno c'è una differenza. Non li ha più nessuno. Non garantisco che saranno ancora come prima". Il tutto pronosticando sciagure e licenziamenti in massa se non si arriverà presto a firmare "un contra tto possibile in un momento impossibile".
Per la prima volta da molto tempo, uno dopo l'altro, i pezzi da novanta della redazione di Repubblica hanno iniziato a interrompere la relazione. Da Lucio Cillis a Carlo Chianura. Da Marco Politi a Luisa Grion. Da Fiammetta Cucurnia a tanti altri hanno contestato al segretario la debolezza della posizione della Fnsi. Sottolineando soprattutto che se le posizioni di partenza sono già così deboli è immaginabile che il punto di caduta finale, se mai ci sarà, sarà una perdita secca su tutti i fronti. E che sulla parte economica, ancora tutta da discutere, gli editori certamente metteranno sul piatto poche risorse, dato che faranno pesare la difficile situazione economica. Si è di nuovo sfiorata la rissa e Marina Garbesi, unica esponente del Cdr di Repubblica nella giunta Sid di, ha dovuto faticare non poco ("Fatelo almeno parlare")
A Milano, nel frattempo, perfino al presidente dell'Associazione lombarda giornalisti Giovanni Negri, scappava una battuta: "Strano che Siddi non ricordi che gli scatti li hanno anche i magistrati, suo fratello è uno di loro". Mentre altri esponenti della segreteria si innervosivano: "Ma ai colleghi di Repubblica qualcuno fa il test antialcol prima di farli parlare"?
Tutti gli interventi tranne uno hanno bocciato la piattaforma. Per cercare di arginare la débacle Claudio Gerino del Cdr ipotizza una proposta che, però, resta isolata ("Se si ragionasse su una rimodulazione degli attuali scatti?"). Siddi afferra subito la ciambella di salvataggio: "La trovo una proposta interessante". Ma nessuno la raccoglie e in sala risale la tensione. Così per evitare un nuovo scontro, l'assemblea si chiude con la richiesta unanime di convocare subito la consulta nazionale dei Cdr dopo l'incontro di domani delle segreterie di Fnsi e Fieg. Alla fine è evidente che qualcuno mastica amaro. E forse per cercare di rimediare, Franco Siddi ringrazia pubblicamente "per il lavoro che fa nella sua attività sindacale" Andrea Montanari, che nelle sorse settimane lo aveva criticato apertamente. E chi voleva sincerarsi degli effettivi umori dei giornalisti di Repubblica alla fine è stato servito.
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