martedì 13 novembre 2007

Chi tace può anche non acconsentire

Una buona occasione per tacere, l'hanno persa, ANCHE STAVOLTA, l'emerito senatore Francesco Cossiga e il leader no global Luca Casarini, sull'omicidio del tifoso laziale Gabriele Sandri.
Nell'ordine:
-F.C.:"Gli assalti alle caserme di carabinieri e polizia? Negli anni di piombo avremmo sparato subito e la seconda volta non l'avrebbero fatto".
- L. C.:"I tifosi che hanno assaltato le caserme? Hanno ragione".
Due poli d'imbecillità così, difficile trovarli anche ci si mette di buzzo buono..

giovedì 20 settembre 2007

SIAMO ALLA FRUTTA











Roberto Castelli e Gianfranco Fini
che difendono Grillo?
Siamo alla frutta...

venerdì 14 settembre 2007

FASSINO DAY

Festa dell'Unità, Bologna, 14 settebre 2007.
Massimo D'Alema, ministro degli Esteri: "È intollerabile aver pensato che Piero Fassino abbia posto il problema perché cerca un posto. Fassino non cerca lavoro, lungo è l'elenco delle cose importanti che potrà fare".
E sarebbero?

martedì 4 settembre 2007

QUESTUA MOLESTA

"Sarà introdotto il reato di 'questua molesta' per arginare gli ambulanti e mendicanti, con una pena prevista fino a 6 mesi di carcere".
Bene.
Possiamo farci rientrare anche il contributo di 5 euro
chiesto per votare alle primarie del pd?

BUSH IN IRAQ

George W. Bush: "Via dall'Iraq. Meno soldati se i successi proseguono".
(...)
Ma di che cacchio di successi sta parlando?

lunedì 16 luglio 2007

SOLD OUT

FURIO COLOMBO candidato alla guida del PD...
Siamo ai saldi di fine stagione?

venerdì 13 luglio 2007

QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DER PD

Allora: fatemi capire bene…

Nel futuro PD c’è la corrente popolare guidata da Fioroni; c’è il listone riformista di Fassino (cosa poi s’intenda con quest’etichetta… sembra la foglia di fico applicabile a qualunque cosa, ormai); c’è l’area dissidenti e puristi del vero pd, Arturo Parisi e Bordon; c’è il manifesto degli innovatori di Rutelli, collegato alla candidatura di Veltroni, cui aderiscono Polito e Binetti, Bobba e Realacci, ma anche Chiamparino e Cacciari che però – nello stesso tempo – presentano un progetto politico per il nord, il manifesto federalista, con Cofferati, Errani, Bresso, Burlando, Penati…
Tutto questo mentre il "Professore" rassicura gli elettori del futuro leader del pd, in una lettera-appello sul suo sito, sulla non univocità della candidatura walteriana...

Insomma, l’unico sensato, in questo bailamme prolifico di correntismi, mi pare il presidente della Regione Friuli, Riccardo Illy che dice: “Sono e resterò indipendente”. E intanto rilancia una sua piattaforma per il Nord: riduzione dell’imposizione fiscale sull’impresa, potenziamento delle infrastrutture, liberalizzazioni di utilities e servizi pubblici, riforma previdenziale che non si occupi solo delle casse dell’inps... "A' RICCA'... FACCE SOGNA'!".


mercoledì 4 luglio 2007

LA UNO O LA DUE?

Lorsignori,
scegliete voi.
Busta numero uno: sulla riforma dell'ordinamento giudiziario, Di Pietro vota contro;
busta numero due: se Di Pietro vota contro, Mastella si dimette....
La uno o la due?
La risposta, il 15 luglio...

lunedì 2 luglio 2007

GERARCHIA DELL'INDIGNAZIONE

Toccante l’editoriale di Pierluigi Battista su padre Bossi del 30 giugno scorso, Corriere della Sera.
Scrive Battista “Come non insospettirsi per il silenzio pressoché totale che accompagna la sorte di padre Giancarlo Bossi, il missionario rapito nelle Filippine il 10 giugno scorso dopo aver celebrato messa? Come non pensare alla logica spietata dei due pesi e due misure di fronte a questa clamorosa disparità di trattamento con altri sequestrati e altri rapimenti che hanno giustamente conquistato per giorni e giorni il centro dell' attenzione politica italiana?”.
Condivisibile lo sdegno di Magdi Allam per “il vergognoso silenzio” calato sulla vicenda. Applaudo anche alla manifestazione del 4 luglio a piazza Santi Apostoli a Roma, (con partecipazione bipartisan), se può concorrere, in qualche misura, a riparare a questo silenzio. Eppure un sequestrato in casa lo avevamo, altrettanto ignorato, se non di più. In ostaggio per otto mesi, schiacciato in un ricovero di qualche metro quadrato, nella campagna sarda.
Nessuna fiaccolata a livello nazionale per Titti Pinna, nessuna campagna mediatica, se non qualche sparuto appello (uno del Pontefice) e un rapporto del Sisde che lo dipingeva già morto. E poi quella notizia della sua liberazione (lo scorso maggio), in fondo al giornale (pag. 23 o giù di lì). Fuor d’ogni campanilismo, forse anche l’indignazione s'attaglia a una precisa gerarchia?

domenica 17 giugno 2007

venerdì 15 giugno 2007

L'ULTIMA SUL GAY PRIDE

Barbara Pollastrini sul gay pride: "Il patrocinio concesso dal dicastero delle pari opportunità non è al corteo e non è alla piattaforma, ma è limitato agli eventi culturali e sportivi che precedono nel corso della settimana la manifestazione".
"Agli eventi culturali e sportivi".
Sì, certo.

giovedì 14 giugno 2007

MARINA TERRAGNI

Marina Terragni ci accoglie nel cuore del suo “focolare contemporaneo”. Una risacca di libri e giornali, ritagli ed inviti si frange sui piedi scalzi e abbronzati, in soggiorno. Il Labrador caramello disteso sul divano, la pentola che bolle sul fuoco, i panni che asciugano puliti. Questo, in fondo, l’apparato intimo e domestico della sua personale “controrivoluzione”, così ben dipanata nel suo ultimo libro “La scomparsa delle donne”, edito da Mondadori. L’assunto suona d’allarme: la donna non c’è più. La donna, quella vera, s’intende. A un certo punto l’emancipazione femminile ha sbattuto la coda di relazioni rotte, famiglie in pezzi e figli mai avuti, contro la solitudine e l’incomprensione in cui oggi galleggiano i rapporti. “Non c’è più quasi nessuna che voglia prendersi la briga d’essere donna”, scrive, “Siamo diventate tutti veri uomini”. Non solo nel lavoro, perfettamente cucito sulle misure maschili, anche nelle relazioni. “E’ da tempo che uomini e donne non stavano più così male tra loro”. Le donne, secondo Marina, sono farfalle intrappolane in retini maneggiati da maschi, la cui trama è fitta di regole fatte a loro somiglianza. A forza di sbattere le ali hanno finito per abituarcisi , mascolinizzando se stesse e le relazioni affettive. Contro queste donne - cyborg senza sesso, infilate nei kit virago di tailleur, ventiquattr’ore e orari impazziti - occorre opporre una “controrivoluzione” spruzzata di cura, accudimento, pazienza: in fondo, prerogative che scorrono da sempre sotto la pelle delle donne. “Oggi facciamo figli e ne deleghiamo la crescita a donne di altri paesi che fanno il lavoro che non vogliamo più fare, e che facevano le nostre mamme o nonne. Mentre noi lavoriamo con ritmi allergici alla vita. Che senso ha tutto questo?”, si chiede. Il ripensamento di questa condizione scuote ancora una volta le acque amniotiche della maternità. I figli, l’amore che si prende il suo spazio, la cura e l’accudimento sono la soluzione. Cioè tutto ciò che le donne, sedute sul treno dell’emancipazione (lanciato a gran velocità), hanno schiacciato nello sgabuzzino occidentale per far accomodare in soggiorno i diritti. Sempre di più. Quasi in un gran supermercato dove opportunità nuove occhieggiano dagli scaffali, in confezioni lucide, in un’inquietante forma di consumismo. “Fortunatamente, questa cultura in Sardegna e nel sud Italia ha radici più corte. La famiglia, il matrimonio conservano ancora traccia del loro dna originario”. E’ a queste donne che dobbiamo guardare per fermarci una spanna più in qua del precipizio? “Sì. In Sardegna, come nel sud, l’emancipazione ha mangiato polvere rispetto alle aree settentrionali. La forbice dei rapporti s’è meno divaricata. Se l’occidente è ormai divenuto – scippando un’espressione a un famoso sociologo – ‘il terzo mondo delle relazioni’, il sud e la Sardegna possono ancora insegnarci i codici del ‘primo mondo’. Ciò che più temo è la ‘nordizzazione’ della cultura mediterranea”. Donna che dà la vita, donna che la sottrae, sotto una muta di sangue e violenza tutta maschile. Come spiegarsi le donne di mafia in Sicilia (così ben illustrate nell’omonimo libro di Liliana Madeo), o il climax di potere muliebre di Maria Ausilia Piroddi, della cgl, o Grazia Marine, condannata a 25 anni di detenzione per il sequestro di Silvia Melis? “E’ quello che Sciascia chiamava ‘il focolare tirannico’. Anche il Times ne ha parlato, a proposito delle donne di al Qaeda. E’ il paradosso di femmine oppresse e dominatrici, che nel dominio della prole maschile rintracciano la loro moneta di scambio, il loro valore. Non credo che la soluzione sia l’empowerment, l’emancipazione, come alcuni suggeriscono. Sarebbe invece opportuno restituire alla loro natura di donne o madri una legittimità, un valore centrale”. Solo così si spezzerebbe questa catena di sangue, camuffata da rosario familiare. “Il momento è oggi – prosegue Marina – l’emancipazione è al suo climax e dobbiamo scegliere”. A tutti quegli uomini che intasano la sua posta, alla ricerca della donna, e del suo ritorno, Marina Terragni non può che rispondere “onorando la mia, di differenza”. In che modo? “Semplicemente, essendo donna”.

MACELLERIA MESSICANA

Dopo il confiteor dell'allora vicequestore aggiunto Michelangelo Fournier, sui fatti del luglio 2001 alla scuola Diaz, Heidi Giuliani (e Cento, e Caruso, e Sgobio) chiede a gran voce una commissione parlamentare d'inchiesta sul G8 di Genova.
Speriamo non finisca come quella sull'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin....

giovedì 7 giugno 2007

SAF

Le Single Anxious Female americane (Donne single preoccupate), cioè donne tra i 18 e i 44 anni, scolarizzate, divoratrici di Sex and The City, con uno stipendio che si aggira intorno ai 2mila dollari al mese, sono preoccupate per terrorismo, guerra in Iraq, favorevoli a sanità ed educazione scolastica accessibili a tutti, voterebbero Hillary.
E in Italia?
Le SDP (single deluse dalla politica), scolarizzate - busta paga sui 1000 euro mensili - precarie, informate, moderate consumatrici non sanno proprio per chi diavolo votare. O meglio, se andare a votare. L'unico volto sconosciuto femminile che si offre sul vassoio delle primizie politiche italiane è MVB, Michela Vittoria Brambilla.
Stando così le cose l'acronimo potrebbe trasformarsi in DS (Desperate singles). Inquietante l'assonanza con la sigla del partito più nella merda degli ultimi tempi...

martedì 22 maggio 2007

VITA MULTICULTURALE VENDESI

Ho un'amica che è un esemplificativo paradigma di multiculturalismo.
Lei è italiana, vive nella prima periferia milanese, dintorni di piazzale Maciachini, accanto a viale Jenner.
La conosco da 7 anni.
Al principio, tornava con tranquillità a casa, dopo il lavoro, anche coi mezzi. Poi, via via che gli anni passavano, ho colto il suo disagio sempre più pronunciato.
Nel suo palazzo, sette anni fa, vivevano solo italiani (mediamente cafoni, a dir la verità).
Adesso ha uno slavo sopra, un cinese sotto, un indiano come portiere (da me sperimentato: non capisce una sega d'italiano).
Questi girano a torso nudo, nel cortile del palazzo. E non fanno che gettare cicche (senza spegnerle) nel giardino fiorito. Le rose, adesso, sono bucate dalle sigarette.
I cinesi non parlano con gli slavi; gli slavi non parlano coi cinesi; l'indiano non parla l'italiano e gli italiani, in compenso, non parlano con gli altri inquilini italiani (ma questo c'è sempre stato, soprattutto a Milano).
La mia amica è alta un metro e 75, non è un fuscello, eppure, adesso, ha paura a slalomare le urine e i cocci di bottiglia di viale Jenner, che deve attraversare, per tornare a casa.
Un'altra sua amica - una che si fa un mazzo così a Bucarest (dico: Bucarest), per salvare i cani torturati da un'ordinanza di Basescu, e i cui interlocutori sono, solitamente, dei rom incazzati neri con la vita - le ha detto che adesso pure lei ha paura a girare da quelle parti. A Milano, nella città dov'è nata, una trentina d'anni fa.
Ora, dico: vi sembra un felice esempio di multiculturalismo? Vi sembra un paradigma vincente di integrazione?
A Milano ci sono 8 campi nomadi, 200 accampamenti abusivi. L'emergenza sociale ne esige la costruzione di altri.
La giunta Moratti ha chiesto un numero chiuso da istituire per l'accoglienza degli extracomunitari, avvalendosi dei poteri speciali concessi al prefetto, dopo il patto di stabilità sancito col governo.
L'opposizione di centro-sinistra, Majorino in testa, ha urlato al solito anacronistico complesso di razzismo che gli occidentali si sono trascinati dietro come un'ordalia e temono più dell'urina in viale Jenner o dei borseggi in centro.
La mia amica dice che stiamo attraversando un altro ricorso storico, in cui una nuova calata di unni sta planando direttamente nel cuore dell'impero (il nostro, contemporaneo), per sfasciarlo e impiantare un'altra fase storica.
Mi chiedo se non esageri. Mi chiedo se, in fondo, non sia evitabile.
Certo è che non è carino trovarsi in mezzo a questa fase di passaggio. Storicamente, intendo.
Tra l'urina degli islamici, e i cocci di vetro su cui galleggia ancora alcol, di viale Jenner.

DICO O NON DICO?

Er pasticciaccio dei Dico, ultima buccia scivolosa scappata al passo del governo, mi fa venire in mente uno di quei paesi, in piena guerra fredda, in cui si proiettavano solo pellicole favorevoli al regime, si bruciavano libri, si spedivano in campi di rieducazione le sinapsi che iniziavano a collegare gli eventi: tutto questo mentre là fuori, comunque, nel frattempo, il mondo andava avanti.

A questo punto, come il buon Eco, voglio anch’io emigrare in Francia,
anche se c’è una legislatura di centro-sinistra.

VATICANO E PEDOFILIA

Vale proprio la pena vederlo, questo filmato di 39 minuti della BBC.
http://video.google.it/videoplay?docid=3237027119714361315

venerdì 18 maggio 2007

BASTA CON I FAVOLOSI ANNI 70

A tutti quei vecchi tromboni che si rincontrano nei salotti buoni, nei talk show, nelle redazioni dei giornali per darsi pacche sulle spalle e rievocare con nauseante quanto malcelato autocompiacimento nostalgico gli anni settanta, i sanpietrini, i collettivi, il sangue, le bombe, le Br, i cronisti gambizzati, Potop, LC, le sezioni del pci, Torino, la strage di Fontana, Pinelli-Calabresi e chi più ne ha più ne incolga...
ecco, a tutti questi gentili signori che ora siedono dietro i banchi del parlamento, nella peggiore delle ipotesi, o dietro le scrivanie direzionali dei giornali, o negli studi televisivi, o in altri detestabili plessi della cosiddetta civile società, vorremmo dire che non ne possiamo più delle loro conventicole tutte-ammiccamenti di sudati ricordi, delle loro rievocazioni fintogiornalistiche, delle loro false apostasie o dei genuini ribaltoni.
Non vediamo l'ora, noi, quelli di due generazioni dopo, che la loro mammutica epoca s'estingua, e nello spazio della memoria di questo incartato paese sia lasciato ossigeno ad altri problemi, altrettanto non recenti, ma i cui effetti scontiamo ancora adesso.
Insomma, quando vi leverete dai coglioni?

KIT COSA?


Ma il novello baluginio morattiano del kit antidroga per gli adolescenti funziona come quello per i parlamentari, cui si dava preavviso prima di analizzargli l'urina?

mercoledì 16 maggio 2007

GINO STRADA: CONTRORDINE, COMPAGNI

Don Luigi Verzè, sì, proprio quello, l'amico di Silvio Berlusconi, quello che definì l'ex premier «un dono di Dio all'Italia»; lui, l'amico di Craxi e Cacciari, quello che schierò parte del suo Dibit (il più grande istituto di ricerca italiano del San Raffaele di Milano) contro il referendum sulla fecondazione assistita; lui, insomma,
è pronto a subentrare a Emergency nell'ospedale di Kabul, momentaneamente lasciato dal suo fondatore in segno di protesta contro il "sequestro" di Hanefi.
"La Fondazione San Raffaele subentrerà anche solo temporaneamente, sino alla risoluzione delle divergenze tra l'organizzazione e le autorità", si legge in una nota.
Chi glielo ha chiesto? Non è dato sapere...
Non solo. L'ospedale di Lashkar Gah potrebbe essere rilevato dalla Croce Rossa internazionale; mentre quello nella valle del Panshir è conteso tra le associazioni dell'Aga Khan e una Ong americana.
Insomma, la morale di questo bell'apologhetto, tutto italiano, è questa: io vado lì, mi faccio un mazzo tanto, mi ritaglio un pezzo di territorio, cucio oltre un milione e mezzo di talebani, civili, militari di tutti i colori, le nazionalità e le appartenenze religiose, mi chiamano dalla Farnesina per liberare un ostaggio, glielo riporto a casa, mi sequestrano il direttore del mio ospedale, nessuno alza il culo per sciogliere i cigolii delle diplomazie dei due paesi, in gesto di protesta mi ritiro temporaneamente, e che succede? Cattolici, filoFI, americani e la Croce rossa, che mi sta sulle palle più del fumo negli occhi, vengono e presidiano gli ospedali costruiti da ME...
Fossi in Gino Strada, a questo punto, mi sarei già fatto esplodere in aria. In segno di protesta, ça va sans dire...

martedì 15 maggio 2007

L'ORSO BERGAMASCO HA VENDUTO LA PELLE...

Dal Corriere della sera di oggi, su Savinio Pezzotta:
«Chi pensa di vederlo un giorno nel Pd si potrebbe sbagliare di grosso.
"E' composto da élites, lo facciano, valuterò. Ma sembra lontano dal mio modo di pensare, niente altro che la riproduzione dei vecchi partiti.
Se non si può pensare che un ex comunista diventi democristiano, come si fa a immaginare che uno con la mia storia diventi socialdemocratico a 64 anni?"».
TENETE BENE A MENTE QUESTE PAROLE.
Mi ricordano tanto qualcuno, laggiù, alle latitudini bolognesi....
ma, almeno, quello qualche sbavatura se l'è risparmiata rispetto allo "Sturzo liberista".
Ah! Cosa non fa una poltrona da componente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace...

mercoledì 9 maggio 2007

martedì 8 maggio 2007

OGGI A MILANO


















Pawel Althamer,
"Autoritratto volante"
2007

lunedì 7 maggio 2007

IL "BLIND TRUST DAY " NO, VE PREGO

Oddio.... mo' ci manca pure Bondi che scende in piazza contro il blind trust...
Ve prego, fingiamo d'essere in un paese civile e risparmiamoci almeno questa...

AAA SINISTRA CERCASI

AAA Cercasi disperatamente "sinistra" da qualche parte, in giro per l'Europa.
E' morta la sinistra? E' ora di cantarne il De profundis?
Ci mancava Paul Ginsborg, l'ultimo ad averla depositata sull'altare
del revisionismo/riformismo postberlusconista...

W LA RÉPUBLIQUE

La Francia stamattina
si è svegliata su una scommessa.
Ho qualche dubbio,
ma mi auguro che la vinca.
Per se stessa
e un po' anche per noi.


Piccolo pettegolezzo: in Francia si dice che Cécilia, per un periodo,
sia letteralmente scappata con Bush. Forse per questo la chiosa sugli Usa
del neo presidente eletto: “Possono contare sulla nostra amicizia, e ci avranno sempre al nostro fianco. Ma gli amici la possono pensare in modo diverso”???

venerdì 4 maggio 2007

INFIDEL - AYAAN HIRSI ALI

E' un libro magnifico.
Di una ribelle, e di qualsiasi ribelle su questo pianeta.

C'è dentro tutto. C'è l'amore per la vita, ma non qualunque essa sia.
La vita di donna libera, in un paese democratico.

Non è politicamente corretto stabilire gerarchie culturali. Ayaan lo fa.
Le attraversa tutte, le possibili declinazioni culturali. E prende una decisione che le costa una vita in costante stato d'assedio. Ma non importa. Quando dice: "Vale la pena battersi per le libertà di cui ho beneficiato negli ultimi quattordici anni. Le conosco da soli quattordici anni. E forse è proprio per questo che mi appassiono più delle persone che ci sono nate”, è sincera, quasi cartesiana nella limpidezza di pensiero.

Timothy Garton Ash e Ian Buruma l'hanno accusata di “fondamentalismo illuminista”.

Poco importa. Lei va avanti, procede in quella che è già una vittoria. La sua vittoria, la vittoria di tutte le battaglie per i diritti umani. Chiunque le conduca, in qualunque paese.

Questo libro mi ha segnato.
Anne Applebaum ha scritto sul Washington Post che è unico al mondo. E' vero.

Lo sa Ayaan, e lo sa ciascuna ragazza che si è ribellata a qualcosa, su questo pianeta.
Penso che "Infidel" sia un po' anche di tutte queste donne.

giovedì 3 maggio 2007

TELETERRORISTI

E’ terrorista uno che suona i citofoni? Davvero è a questo punto la nostra democrazia? L’irresponsabilità sociale di esternare le proprie opinioni in un delicato passaggio di tensione spetta alla discrezione di ciascun individuo.

Forse Andrea Rivera non l’ha avuta, ma mi piacerebbe pensare di svegliarmi in un paese in cui un individuo (chiunque esso sia) sia libero di esprimere critiche, anche se non condivisibili.

D’altronde mi pare che l’intera nostra classe politica s’esibisca quotidie in questo raffinato esercizio e non ho visto risacche di tale portata tornare indietro su di essa…..

lunedì 30 aprile 2007

PARIS C'EST MOI

Tre giorni parigini, alla vigilia del secondo turno.
Tre giorni di primavera, calda, e sole.
Meraviglioso clima preballottaggio, terrazze di verde perfino sui tetti dei centri commerciali, affiches elettorali presenti, ma non invadenti, e quasi solo su Ségo.
Non ho trovato nessuno che avesse votato (o intendesse farlo) Sarkozy.
Solo uno, d'origine marocchina, sui 35 anni, mi ha detto che attendeva le "debat" di mercoledì 2 maggio per scegliere.
E molti altri hanno confermato che l'appuntamento è decisivo, così come lo è stato nelle precedenti elezioni presidenziali. Come quella del '95, in cui Chirac, al secondo turno, batté Jospin con il 52,6 per cento.
Meravigliosa Parigi, dove i cellulari non squillano, le coppie sono miste, i bambini di tutte le razze, i parchi luoghi in cui nessuno si sente autorizzato a disturbarti, mentre leggi il giornale, solo perché sei una ragazza, e sei sola.
Parigi, dove spendere un pomeriggio intero in un café, col naso dentro un libro, non è reato.
Dove le file si rispettano in sobrietà, la metropolitana raggiunge ogni arrondissement, e nei negozi ti accolgono con un sorriso, anche se non sei francese.
Parigi dove nel cuore del quartiere ebraico di Marais gli omosessuali camminano per mano, per la strada, o si baciano, senza altrui isterismi.
Parigi dove le ragazze sono tutte belle e diverse, e passeggiano per la strada con mazzi di fiori tra le mani, e una scia di allure dietro di loro..
E poi, volati via, il consueto squallore tutto italiano, una ratatouille di arruffianamento e paraculismi, maschilismo e "tutto se po' fa'", antimeritocrazia, ignoranza &arroganza, dove la mafia è una compressa che si sciogle rapida e non ne rimane traccia, ma è già scesa in tutto l'organismo. E i posti di lavoro, solo camere di decompressione per psicosi collettive..
Vive Paris, vive la France (et la révolution!)!

lunedì 23 aprile 2007

LAURA PUPPATO & RIFIUTI

Questa qui è una sindaca con gli attributi, anche se l'espressione non mi piace affatto.
Sul sito dell'Unione di Montebelluna, accanto alla sua faccia, c'è scritto un semplice rigo: sindaco di Montebelluna.
A corredare le foto dei suoi colleghi, invece, c'è una crestomazia di nomine e qualifiche politico-ministeriali, barra parlamentari.
Laura Puppato dirige dal 2002 un comune di poco meno di 30mila abitanti, a pochi chilometri da Treviso, tra il fiume Piave e le colline asolane.
Tra poco in comune si rivoterà.
Nei sondaggi il pronostico è tutto per Ermanno Serrajotto (Lega nord), col 39.8% di preferenze. Segue, a pochi punti di distanza, lei, col 31.5%.
A dar retta al popolo internet, tra poco Montebelluna non avrà più Laura a farle da nocchiero.
Ed è un vero peccato, non per una questione politica, ma personale.
Laura ha condotto una vittoriosa battaglia contro l’inceneritore che Provincia di Treviso e Regione Veneto avevano già deciso di costruire nel territorio comunale.
In un’area di 30.000 abitanti si è passati dal 42% di differenziata del 2002 al 77% di oggi, e dai 280 kg per abitante l’anno ai 100 attuali. Risultati fantastici.
Ottenuti con l'introduzione del "porta a porta" per ogni tipologia di rifiuto e della tariffa puntuale applicata alla produzione di residuo (meno produci, meno paghi).
Tanto che, ricorda Laura, "oggi, quando i nostri concittadini vanno in vacanza dove non si applica la raccolta differenziata, tornano a casa coi loro rifiuti".
Quando mi ha raccontato che a Napoli, ha spiegato che sì, ce la si può fare, a fronte di una minuziosa strategia e di tanta buona volontà, e la sua platea (di politici e amministratori lamentosi) non ha gradito, e lei voleva mettersi le mani tra i capelli per quello che ha visto, ci ha fatto il regalo di capire, caso mai qualcuno ne dubitasse, che le cose che sembrano irrealizzabili si possono fare, con un po' di sacrificio e una buona organizzazione. Che in questo paese, di inceneritori, ne abbiamo già abbastanza, e che, insomma, le soluzioni alternative non sono solo demagogia futuristica, ma ci sono già, sono il presente.
Montebelluna lo sa, Laura Puppato lo ha fatto.
E gli altri comuni d'Italia (per esempio Ottana, in Sardegna, dove c'è in previsione la costruzione
di un termovalorizzatore ad impatto ambientale devastante), che aspettano?

AMMUSSIAMOCI TUTTI


Non so voi,
ma io voglio la sua tessera...

IL RISCATTO DELLA TAGLIA 38...


MAGRE CERTEZZE
E se il mortale dilagare dell’anoressia non fosse così dilagante? Ecco
gli studi che smentiscono l’allarmismo (dilagante) di stilisti e ministri

http://www.ilfoglio.it/pdfdwl/11716400_9.pdf

ENZONE NOSTRO


Lo so, lo so. Sa di melodramma.
Lo so, gli animi cinici si scioglieranno,
ma sotto l'acido caustico,
non certamente dentro sentimentalismi.
Lo so, è un po' come quei nonni rompicoioni
che parlano sempre della guerra...
Eppure, devo dirlo.
Vederlo così, curvo sotto i suoi 87 anni,
con la voce rotta, a parlare di "incidente tecnico"
dietro le lenti gigantesche, con lo sguardo rivolto sempre al passato,
beh, un certo effetto lo ha fatto.
Dai, Enzone, che sei tornato!!!

martedì 17 aprile 2007

TELECOMFURBETTI

Piaggio, Mediaset, Benetton..

venerdì 13 aprile 2007

GROSSO GUAIO A CHINATOWN


Ieri, a Milano, 300 musi gialli
contro i ghisa.
Botte da orbi, Rob de ciòd!

DE DOMINICIS


Oggi a terra, a Milano, c'era un altro Gino...
Meravigliosa, mefitica Milano...

giovedì 12 aprile 2007

SCELLI "NO"

E dopo Teodori ieri sera a Otto e mezzo, pure Scelli che ci fa la lezioncina su come si porta a termine un rilascio d'ostaggi - e la fa a Gino Strada - questo no.
Pure Scelli no,
ve prego.

mercoledì 11 aprile 2007

BUFERA MASTROGIACOMO

Ma che razza di paese è quello in cui non si riescono a lavare i panni in casa propria, ma è necessario stenderli lordi alla “Camera” in un’interrogazione parlamentare per chiedere la testa del governo e farsi materia di celia per il resto d’Europa?
Un sequestro è un sequestro. E come tale, piega necessariamente la testa al "segreto" ad esso connaturato. Trattative celate, passaggi di denaro, accordi bilaterali, spesso proprio in quella “zona grigia” che è
divenuto tanto di moda citare.
In questo, nel caso Mastrogiacomo come in quello di Abu Omar, è la responsabilità di politica e magistratura ad aver sgretolato credibilità e autorevolezza del nostro apparato d’intelligence.
Come cittadino non sono tenuto a sapere né i contatti, né le modalità d’agire dei servizi segreti del mio paese. Neppure se rapiscono per strada un imam.
Nomi, fatti, relazioni devono rimanere RISERVATI. E non essere sezionati sotto la lente giudiziaria o il dissenso politico. L'avvocatura di Stato, nel caso Abu Omar, parla di "rischio concreto di ostracismo informativo " cui sono esposti i Servizi italiani dopo la divulgazione dei risultati istruttori.
Nessun ostaggio – se non in eccezionali casi – è scivolato via dalle mani dei suoi sequestratori senza una ragionevole contropartita. Tutti noi lo sappiamo, anche quando ci dicono che non è stato pagato alcun riscatto. Tutti noi fingiamo di non sapere. La scelta politica di questo governo, quella d’affidare quel delicato passaggio nelle mani di Emergency, seppur accondiscendendo alle sue condizioni, è una scelta. Punto. Nella precedente legislatura, sotto Berlusconi, altri sei ostaggi sono tornati a casa. Qualcuno ha sostenuto che il profilo Letta sia stato più callido ed efficiente.
Forse, anche se non esente da qualche drammatico incidente (vedi Calipari). Credo però che non si possa imputare l’inopportunità di una scelta a posteriori. Ognuno attua il proprio libero arbitrio. In questo caso, di mezzo c’era Gino Strada. Nell’ingarbugliato pasticcio di responsabilità che ne è seguito, nelle dita corrive puntate su questo (italiano) o quel governo (afghano), su questo o quel colpevole, non si dimentichi che si tratta con uomini, i talebani, cui il profilo morale non richiede né il rispetto dei patti, né il mantenimento della parola data. Al contrario, il peso specifico di ogni loro azione (vedi la decapitazione del povero Adjmal) può giocare favore alla loro causa, così come alle loro motivazioni. Rovesciare la responsabilità su un governo, agli occhi della sua popolazione, ad esempio. Quando si punta il dito su Karzai o su Prodi, su Gino Strada o sui servizi segreti afghani, non si dovrebbe dimenticarlo.

venerdì 6 aprile 2007

TELECENTRISTI

Mi sa che questo qui stavolta ci ha preso......

Per Casini la regola è una sola: Telecom vada a chi la paga cash
Il Foglio, 06/04/07
http://www.ilfoglio.it/pdfdwl/11580400_4.pdf

TELECOMUNISTI











Franco Giordano su Telecom:
"Siamo quasi a Totò che vende
la Fontana di Trevi".

RAGAZZO SUICIDA

Forse il messaggio più triste, più penoso, dopo la vicenda del giovane Matteo, suicida perché atterrato dai continui vituperi dei compagni, che l’apostrofavano sull’identità gay, urlandogli “Sei un Jonathan”, è proprio del Jonathan in questione (vincitore d’una edizione del GF), involontariamente chiamato in causa. O meglio, grave è il messaggio del suo manager, Maurizio Braca, il quale, in una nota oggi riportata sul Corsera, afferma: “Jonathan è rimasto molto colpito e assolutamente dispiaciuto di essere stato usato inopinatamente come strumento di derisione. Ma hanno usato un’icona sbagliata: lui è un dandy, non un gay”.
Terribile.

martedì 3 aprile 2007

DI NUOVO MALINDI

"La Melandri è una donna in gamba, nata a New York, open mind. Non credo che una persona si debba vergognare di essere venuta a casa mia. Che imbarazzo ci sarà mai a frequentare una volta casa Briatore per una che frequenta regolarmente vertici con Mastella e Pecoraro Scanio?".
(Flavio Briatore)

NO PASARAN

Ronde anticrimine davanti ai campi rom
http://www.camicieverdi.com/blog/?p=6

"BAGNASCO VERGOGNA"

Muri etiam loquuntur

"GIU' LE MANI DAL TESORETTO"



lunedì 2 aprile 2007

BAGNASCO VS TETTAMANZI

Mentre l’arcivescovo di Genova Bagnasco s’impantanava nel pasticciaccio di dichiarazioni poco avvedute (poi smentite) sull’equivalenza tra Dico e incesto-barra-pedofilia, quello di Milano, Tettamanzi, davanti alla folla di giovani riuniti in Duomo per la tradizionale veglia in Traditione Simboli, diceva: “Un desiderio che porto nel cuore è quello di scrivere una lettera a tutti i giovani, anche a quelli che non credono o non frequentano più le nostre comunità cristiane, per affidare a ciascuno una parola di incoraggiamento”.
Anche a quelli che non credono.
Parola d’incoraggiamento.
Noi, di espressioni simili, senza cipigli cardinalizi, senza bacchettamenti, senza reprimenda,
non ne sentivamo da tempo, dai vertici delle gerarchie ecclesiastiche.
E neanche queste: “So bene che oggi per un giovane non è facile guardare al proprio futuro, che le statistiche dicono che uscite di casa dopo i trent’anni, che il contesto economico e le prospettive di lavoro non vi aiutano”, ma “Abbiate il coraggio di sognare! Non accontentatevi di piccole storie. Non rassegnatevi a relazioni di basso profilo, non mendicate affetti per riempire solitudini».
Forse qualcuno, nei dintorni della Cei o giù di lì, dovrebbe venire a farsi un giro a Milano. Da Dionigi.

TESTIMONIALS FAMILY DAY

Sul sito di Savino Pezzotta si legge: «Non è più possibile mentire per la maggioranza. Cerchino una maggioranza variabile per varare una seria politica per la famiglia». E ancora: «Non so loro, ma a me di fare sempre la foglia di fico non va. Un politico ha sempre il dovere di cercare soluzioni ai problemi, ma ci sono cose che non sono mediabili all'infinito. E il disegno che sta dietro ai Dico è una di queste».
Bergamasco doc, prima operaio poi sindacalista, ora anche membro del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace si definisce un «cristiano gaudente, perché per me è gioia: non disprezzo il cilicio, preferisco portare il sorriso».
Sorriso che lo accompagnerà a Roma, al family day, il 12 maggio, portavoce nazionale insieme a Eugenia Roccella.
“La scelta – si legge sul sito del Sir (servizio informazione religiosa) – è caduta su due personalità provenienti dalla società civile, dotate di un profilo di autonomia rispetto alle stanze della politica e soprattutto in grado di tradurre sotto il profilo culturale e sociale l’ispirazione del manifesto: affermare l’insostituibilità della famiglia fondata sul matrimonio e aperta a un’ordinata generazione, secondo il dettato costituzionale; opporsi ad ogni tentativo di indebolire la famiglia sotto il profilo sociale, culturale o legislativo; promuovere incisive politiche sociali a favore della famiglia; aprire spazi al soddisfacimento dei bisogni delle persone conviventi solo attraverso la libertà contrattuale ed eventuali ritocchi al Codice Civile”.
Sinceramente, non immaginavo che la Bindi fosse più a sinistra di Pezzotta.
A questo punto, al prossimo gay pride, vogliamo Luca Cordero di Montezemolo e Sandro Bondi.

mercoledì 28 marzo 2007

LETTERA A REPUBBLICA

Manca solo lei (lui?).
Attendiamo con ansia lettera a Rep
del trans flashato da Scarfone.

MOLLICA

Un mio collega
ha appena tacciato il blog di velleitarismi alla Panebianco.
Al simpatico epiteto di "Mollica" ha ritenuto opportuno aggiungere la lusinghiera locuzione di "piccoli editorialisti crescono".
Si accettano suggerimenti (se è possibile meno ingiuriosi)

FATTORE C

Anche stavolta è andata.
Effetti della potente portata del fattore "C" .
Anche se Turigliatto e Rossi, anche se Jannuzzi, anche se Casini, anche se i senatori a vita...
"Accidenti quanti se, cribbio", direbbe Bellintani...
ecchissenefrega dell'insufficienza politica, dei colloqui al Colle, dei rimpasti dell'ultimo minuto...
Fattore "C": veni, vidi, vici

martedì 27 marzo 2007

Milano, la cera della fiaccolata per la sicurezza fa cadere i motociclisti

http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2007/03_Marzo/27/cera_fiaccolata.shtml

CONOSCETE QUEST'UOMO?


MASTELLA VS WOODCOCK

Leggo una notizia inquietante. Sul Corriere di oggi, pagina 23.
"Csm pronto a trasferire da Potenza quattro magistrati".
Secondo il nuovo ordinamento giudiziario (la riforma Castelli, in parte validata da Mastella), "davanti a eventuali comportamenti attribuiti alla colpa del magistrato è la sezione disciplinare del Csm a dover intervenire su iniziativa del procuratore generale della cassazione o DEL GUARDASIGILLI (cioè Mastella)".
Ora, per farla semplice, qualcuno vorrebbe spostare il pm Woodcock da Potenza.
Ma a far scattare il trasferimento cautelare può essere il Ministro della Giustizia (una volta consegnato il report degli ispettori ministeriali del dr. Miller).
Quello stesso Mastella che rumors identificano come l'uomo sullo yacht con coca e travoni, di uno spezzone d'inchiesta. Ora, d'accordo che bisogna essere garantisti (e io non lo sono),
ma chi controlla il controllore?

DECRETO DI RIFINANZIAMENTO/2

Ancora una cosa sul decreto di rifinanziamento delle missioni all'estero.
Mentre il provvedimento viene votato al Senato, in questo momento, mi sembrano tre le fondamentali contraddizioni su cui è scivolato il centro-destra (più destra, che centro).
Primo. Perché negare il voto al Senato a quello stesso decreto che è appena stato votato (anche da loro) alla Camera?
Due. Nella scorsa legislatura fu detto che il contingente italiano operava in regime e con intento di pace (in Iraq, soprattutto). Dunque fu votata una missione di pace. Ma se si chiede il potenziamento delle milizie, in ordine di numero e dotazioni (si dice "per difesa" e per "l'intervento di mutate condizioni interne al territorio in cui si opera"), se si esige un "ritocco" alle regole d'ingaggio e ai caveat previsti dall'Onu, la missione, vien da sè, di pace non si può più considerare. E, allora, perché votarla, se nel precedente governo si berciava che mai si sarebbe autorizzato il rifinanziamento di un contingente, inviato con l'intento di guerra ?
Tre. Se si vogliono i nostri militari nei territori sotto l'egida di Onu e Nato, perché bocciare col proprio voto l'intero decreto, condannando le milizie al ritiro dagli stessi territori?

RUTELLI INEDITO

Per una volta - incredibilmente - sono d'accordo con Rutellone nostro (anzi, vostro).
E pure con la Bindi, e - mi duole ammetterlo - la Melandri.
Dicevo, sono d'accordo con Rutellone che oggi, inaspettatamente, sul Family day ha detto:
"Chi ha una responsabilità governativa deve ascoltare le voci della piazza e non contribuire a formarle. Credo che i ministri non debbano andare a fare manifestazioni in piazza".
Ecco. L'aveva detto anche Cacciari, qualche settimana prima, a proposito del Corteo pro Dico a Roma.
L'avevo detto pure io, forse prima, a un mio collega che, evidentemente, non m'aveva preso granché sul serio (un po' come fa sempre).

MASTELLA & FAMILY

"Mastella, al Family Day portace Sircana".
Cartellone dell'Azione universitaria
e collettivo trans-lesbo-gay
la Sapienza di Roma

DECRETO DI RIFINANZIAMENTO

Centrodestra (e non solo) richiede a gran voce nuove regole d'ingaggio e un potenziamento degli armamenti delle nostre milizie in Afghanistan...
Ma non era una missione di pace?

lunedì 26 marzo 2007

SILVIA

Guardatela.
Questa ragazza ne farà di strada.
Altro che Melissa Theuriau!
http://tv.repubblica.it/home_page.php?ref=hphead1

GIORGIA

C'è questa donna che si chiama Giorgia. E' intelligente e appassionata, e originale e non banale come ce ne sono poche in giro. Io, una così, con quel senso dell'umorismo, intendo, e negli occhi tutto, non ne ho incontrate molte. Giorgia si fa un mazzo tanto e fa una vita che non le corrisponde. E con lei ne posso citare tante altre. Andrée, Marcella, Angelita, Sara, Francesca, Silvia, Miriam... Ragazze intelligenti, brave, che quando fanno una cosa la fanno bene. La vita attorno a loro, no. Molto più stupida. La vita attorno a loro non le premia.
Nonno Muster non sarebbe d'accordo.
Ecco, quando ci penso, a tutto questo vorrei staccare il tubo.

MASTROGIACOMO, GINO E LE CARAMELLE

D'accordo. Condoleeza è partita con la sua intemerata. E hanno seguito, a ruota, inglesi, olandesi tedeschi e un po'di malcontento generalizzato nelle segreterie occidentali. D'accordo. Gino Strada non sarà certo simpatico. D'accordo, è malato di protagonismo. D'accordo, ha voluto fuori dalle palle i servizi segreti italiani. Però, porca miseria, chi glielo ha chiesto di intervenire? Paperino?
E poi, diosanto, con cosa cazzo dovevano scambiarlo, questo giornalista, con un pacchetto di caramelle?

CLEMENTE & LELE

"Non ero io quello sullo yacht col trans e la cocaina".
Era quel gay del mio parrucchiere di Ceppaloni.
Clemente dixit

LETIZIA A MILANO

Oggi Letizia sfilerà alle 20 da Porta Venezia.
I comitati di quartiere da Palazzo Marino alle 17.30.
L'osservatorio di Milano da piazza della Scala alle 17.
Prima, in piazza duomo, una ragazza-manifesto mi ha consegnato un volantino su un corteo.
Peccato che non si capisca di quale diavolo di manifestazione si tratti.
Ma è possibile che se Letizia si vuole prendere una piazza, una sera, devono romperle i coglioni altre 18 associazioni di sinistra? Un appello: la piazza è pure loro. Lasciamogliela, per una sera, e non confondiamoci. Lasciamogli pure il family day. In fondo, il momento di gloria gay lo abbiamo già avuto. Ognuno si prenda la piazza sua. In giorni diversi. Il popolo suo, le sue bandiere, Non è meglio?